
"Una danza dissonante, provocante, , catartica, viva e travolgente, che ci esorta ad afferrare qualcosa di vero"
(Paranoid Park)
L'album
Dopo un anno trascorso sui palchi, Le Piume di Morris hanno voluto imprimere nel loro debut album l’atmosfera e l’estro creativo che contraddistinguono le loro esibizioni. Musica, teatro e performing art diventano strumenti di una poetica spaesante fatta di ricerca sonora e stilistica (Cordelia) e di esplorazione teatrale e situazionista (Lucia). Un viaggio visivo ed emotivo. Tra donne delle pulizie, ragazze sulla bilancia e mogli trascurate, si snodano nove canzoni plasmate da cinema, letteratura e fumetti. Mutevoli e ambigue, queste nove tracce conducono l’ascoltatore in un condominio qualunque, per sbirciare attraverso i buchi delle serrature: un luogo sospeso, dove il tempo si comprime e si dilata: era ieri, è adesso o è già domani? Un titolo forte che connota il nostro tempo, esemplificativo nelle due parole che lo compongono: i cani e la TV, i due compagni più fedeli dell’essere umano in un’epoca di grandi solitudini in cui è sempre più difficile instaurare relazioni autentiche e sane. Registrato e mixato in analogico su una consolle SSL 4000/E da Sean Woddlock, ingegnere del suono e fondatore degli Hackey Road Studios di Londra (Mathew Herbert, The Cinematic Orchestra, Thom Yorke e Jonny Greenwood). Mastering: Riccardo Zamboni (Jennifer Gentle, Animaux Formidables, Dente).
Le nove canzoni
Dog Tv Arriva Agilulfo, il Cavaliere Inesistente creato da Italo Calvino. Solo che vive ai giorni nostri, a Torino. Piove sempre, e la televisione è sempre accesa. Ogni tanto manda un messaggino a qualcuno, ma in verità non ha nulla da dire. Dog Tv è un dramma pop orchestrata su 4 atti, più un istante di silenzio. La frase chiave del protagonista avremmo voluto stamparla su un milione di magliette: “Ho freddo ai piedi, ma non ci sono”. Perché il corpo, ovunque presente nella nostra epoca, qui diventa come l’armatura di Agilulfo: un involucro, sul nulla. Sewer Surfer Abbiamo preso un personaggio dei fumetti (Silver Surfer) e lo abbiamo trasformato in un anti-eroe. Prima volava nello spazio, adesso cerca di stare a galla su un mare di rifiuti: è Sewer Surfer, il surfista delle fogne. Quelle fogne che ogni giorno scorrono sui nostri smart-phone, sulle televisioni, nei giornali: la grande menzogna. Ambigua la realtà, ambigua la musica: c’è dentro del blues, dello swing o cos’altro? Ritornello in inglese cucito su strofe in italiano, a dimostrare che i trapianti arditi si fanno anche nelle canzoni. Favola Nera “Favola Nera” è un gioco d’azzardo per trasformare in una commedia sexy il dramma di una donna sola ed economicamente in crisi, che fa le pulizie. E’ morta le Regina, gridano le radio, le televisioni, i giornali. E intanto lei raccoglie i frammenti della sua vita: lo specchio è esploso. Chitarra elettrica sbavata, batteria pompata di groove sintetico, lo spot pubblicitario di una candeggina ficcato nel mezzo. Doveva essere un pezzo da ballare, e così è. Ma facendo attenzione, perché il pavimento è bagnato. Goccia di Saliva “Goccia di Saliva” è una ballata costruita con un arpeggio, un beat compulsivo e tre voci che si intrecciano: una voce è sintetica, una è maschile, una è femminile. Due creature mostruose appaiono e svaniscono: il ragno con 50 bocche e l’Uroboro. Abbiamo voluto dedicare una canzone ai disordini alimentari, non era facile: ne è venuta fuori una filastrocca infilata in una casa di ghiaccio. Ogni filastrocca, si sa, reca sempre un incantesimo, una magia, ed è capace di parlare sia ai giovani che agli adulti. Corrida “Corrida” è la colonna sonora incalzante di una storia che si svolge tra un lavandino e un cesso. Cinque accordi suonati a tambur battente per costruire l’epopea di una donna che si trucca e si strucca, nell’attesa del Matador. “Non ne posso più delle tue palle di toro appese al muro”, dice lei, e noi possiamo quasi vederli questi trofei, spesso esposti nelle macellerie di Barcellona. Intanto, dall’Arena, arrivano le grida del pubblico in delirio. Psicobalera C’è un vecchio film di Sidney Pollack in cui si racconta la storia di numerose coppie che ballano fino allo sfinimento, per giorni e giorni, nella speranza di vincere il premio finale. “Psicobalera” è questa gara, questa impresa, questa preghiera: tieni il tempo, finché il ballo non finirà. Atmosfere retrò, un assolo di chitarra suonato a corde aperte e la voce sgraziata che grida “Psicobalera”. “Non si uccidono così anche i cavalli?” era il titolo del film. Penelope Mica facile catturare i pensieri di una donna insonne, soprattutto se questa donna si chiama Molly Bloom ed è la protagonista dell’Ulisse di Joyce. Per gettarci in questo flusso di coscienza dovremo camminare su un giro di note suonate con la chitarra classica, e addentrarci in un collage di batterie elettroniche. C’è un uomo che dorme, di fianco alla donna, ed è suo marito. “Un cucchiaino a te, un cucchiaino a me”, dice la voce di lei. Come se quella marmellata di pensieri e ricordi facesse parte di una storia più grande. Una storia ancora viva, nonostante gli anni passati. Gli Amanti di Brighton Una giornata camminando sulla spiaggia, a Brighton, in Inghilterra: sono due amanti a piedi nudi, ma non hanno molto tempo a disposizione. “Gli Amanti di Brighton” pare la canzone più facile del mondo, una ballata chitarra e voce, ma all’improvviso sprofonda sott’acqua: è l’amore che guarda l’abisso. Fa freddo, là sotto, e grandi pesci si muovono nel buio. “Dove sono le margherite che fanno fiorire gli abissi?” Chiede lei. Perché l’Amore vero, quello che trasforma e riscatta un’intera esistenza, e che oggi pare sempre più difficile da incontrare e da vivere, quell’Amore non può evitare, almeno una volta, di guardare la morte. L’Ora dei Fantasmi E’ l’ultima canzone suonata nei nostri concerti, quando le parole non servono quasi più, e della musica restano solo due accordi. In questa nudità una batteria elettronica a fare da martello e le grida fantasmagoriche dei fantasmi a tagliare il velo. Pensami stanotte, è il mantra, la richiesta. Pensami, nel tuo mistero e nel tuo silenzio, quando è l’ora dei fantasmi e tutto dorme. Anche i telefoni.